Per chi allatta al seno poter offrire al piccolo il latte in ogni momento è una gran comodità. Ma può capitare che tu ti debba assentare, per qualche ora o perché devi rientrare al lavoro, oppure che il tuo stesso medico ti consigli di non attaccare il tuo piccolo al seno per un breve tempo (come nel caso di un ingorgo mammario). In questi casi può essere utile ricorrere al tiralatte che permette di estrarre il latte dal seno materno per poi offrirlo al piccolo a distanza di tempo, in tutti i casi in cui, per motivi diversi, non puoi attaccarlo direttamente.
Si basa su un meccanismo che riproduce la suzione naturale del neonato: il suo utilizzo è in grado di stimolare la produzione di latte da parte della ghiandola mammaria così da mantenerne costante l’attività anche quando non si possa attaccare il bebè al seno.
Il tiralatte è dotato di una specie di piccolo imbuto, in materiale morbido, che viene fatto aderire alla mammella: quindi, attraverso l’azionamento di un sistema a pompa, si esercita una delicata pressione che porta il capezzolo a estroflettersi e a fare uscire il latte materno, che viene raccolto in appositi contenitori sterilizzati.
Una volta estratto, il latte può essere offerto subito al bebè oppure conservato e utilizzato in un secondo tempo. A temperatura ambiente (da 16° a 26°) il latte si mantiene per 6 ore, in frigorifero (a 4°C) può conservarsi fino a 3-4 giorni. Puoi anche decidere di congelarlo: in questo caso il latte può essere utilizzato da 2 settimane a 6 mesi dopo la sua estrazione, a seconda del tipo di freezer.
In commercio esistono sia modelli manuali che elettrici, ognuno dei quali ha i suoi lati positivi: se quello manuale è più economico e pratico da trasportare e utilizzare (non avendo bisogno di corrente elettrica per funzionare) e può essere adatto soprattutto se si fa del tiralatte un uso occasionale, quello elettrico è di sicuro la scelta migliore in termini di comodità e se sene deve fare un uso frequente.